Newsletter Studio Adotti – Maggio 2022

1. La Proposta di Direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità.
2. Il Data Governance Act ed il Data Act
3. Il Decreto legislativo n. 198/2021: attuazione in Italia della Direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare

1. La Proposta di Direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità.
Il 18 Febbraio scorso, il Consiglio Europeo ha approvato la sua posizione (Orientamento generale – Proposta Direttiva n.6292/2022) in merito alla Proposta di Direttiva presentata dalla Commissione europea e relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità. L’obiettivo della Proposta è quello di colmare le lacune nelle norme vigenti in materia di comunicazione e di informazioni di carattere non finanziario che risultino di qualità e comparabilità insufficienti per consentire agli investitori di tenerne debitamente conto. Tali lacune ostacolano la transizione verso un’economia sostenibile. L’armonizzazione dei dati sulla sostenibilità sarà resa possibile grazie alla definizione di principi in materia di informativa sulla sostenibilità, che saranno adottati mediante atto delegato dalla Commissione europea, previo parere tecnico dello European Financial Reporting Advisory Group (c.d. EFRAG, un ente di natura tecnica, non politica, che si occupa dei principi contabili a livello internazionale) e di diverse agenzie europee. Il testo propone un chiarimento e un ampliamento degli obblighi di comunicazione, di informazione e garantisce che tale comunicazione sia conforme ai principi obbligatori dell’UE. Prevede inoltre che l’accesso digitale alle informazioni sulla sostenibilità diventi un obbligo. Tutte le grandi società europee non quotate (ovverosia quelle che alla data di chiusura del bilancio superano i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti: a. totale dello stato patrimoniale: 20 000 000 EUR; b. ricavi netti delle vendite e prestazioni: 40 000 000 EUR; c. numero medio dei dipendenti occupati durante l’esercizio: 250), tutte le società (UE ed extra UE) quotate sui mercati regolamentati della UE (incluse le piccole e medie imprese), fatta eccezione per le microimprese quotate, saranno dunque soggette, ai suddetti obblighi di informativa.

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2. Il Data Governance Act ed il Data Act
Il Parlamento europeo ha approvato nei primi giorni del mese di Aprile il Data Governance Act (DGA). Il testo, dovrà ora essere adottato dal Consiglio europeo, ma nelle sue forme è ormai piuttosto chiaro. L’obiettivo dichiarato è quello di creare nuove norme UE sulla neutralità dei mercati dei dati, al fine di favorire il riutilizzo di alcuni dati detenuti soprattutto dal settore pubblico, da impiegare in settori strategici. Il DGA ha pertanto il fine di creare i processi e le strutture per facilitare la condivisione all’interno dell’Unione Europea dei dati detenuti da aziende, da privati e dal settore pubblico. Oltre al DGA, il progetto dell’Unione per una maggiore regolamentazione in ambito di circolazione dei dati, è stato integrato dal cosiddetto Data Act (DA): una “Proposta di Regolamento sulle norme armonizzate sull’accesso e l’utilizzo equo dei dati”. Il testo, che è in corso di approvazione, ha l’ambizione di creare norme armonizzate che stabiliscano chi può utilizzare i dati generati nell’Ue da consumatori e imprese in tutti i settori economici, chi può accedervi, e per quali scopi. Si applica sia ai dati personali che a quelli non personali. Pertanto il DGA ha lo scopo di regolare il modo in cui i dati dovranno circolare e dovranno essere riutilizzati, mentre il DA, ha lo scopo di individuare chi può utilizzare tali dati, cercando di garantire le pari opportunità nell’ambiente digitale, di stimolare un mercato dei dati competitivo e di aprire un’opportunità di innovazione basata sui dati, rendendoli più accessibili a tutti.
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3. Il Decreto legislativo n. 198/2021: attuazione in Italia della Direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare
Lo scorso 30 novembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D. Lgs n. 198/2021, recante l’attuazione della Direttiva UE 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agroalimentare. Il Decreto introdotto dal Legislatore nazionale, in un’ottica di contrasto delle asimmetrie nel potere contrattuale tra fornitori, da un lato, e soggetti acquirenti di prodotti agricoli e alimentari contrattualmente deboli, dall’altro, persegue una pluralità di obiettivi: determinazione dei contenuti essenziali dei contratti di cessione dei prodotti agroalimentari, individuazione delle pratiche commerciali sleali vietate, predisposizione di un’articolata struttura sanzionatoria operante nei casi di violazione delle disposizioni ivi contenute. Tutti i contratti di cessione di prodotti agricoli e alimentari sottoscritti a decorrere dal 15 dicembre 2021 dovranno essere conformi al Decreto mentre, i contratti in corso di esecuzione, dovranno essere resi conformi al Decreto stesso, entro sei mesi a partire dal 15 dicembre 2021. Il Decreto si applica ai rapporti B2B relativi a cessioni di prodotti agricoli ed alimentari eseguite da fornitori stabiliti in Italia, indipendentemente dal fatturato dei fornitori e degli acquirenti. Sono esclusi pertanto, i contratti conclusi con i consumatori.

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