Prospettive di riforma del processo civile – D.Lgs. 231/01: l’introduzione dei reati tributari
Il 2019 si chiude con due importanti novità che riguardano le prospettive di riforma del Processo Civile e l’introduzione di diverse fattispecie relative ai reati in materia tributaria, nell’ambito del D. Lgs. 231/01.
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Con il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri del 6 Dicembre scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato un DDL “di delega al governo per l’efficienza del Processo Civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternative alle controversie.”
Obiettivi del DDL appaiono quelli di rivedere la già (troppe volte) rimaneggiata disciplina del processo civile con un ambizioso maggior accento sulla semplificazione, sulla speditezza e sulla razionalizzazione di questa, visti anche gli impatti sull’economia e specialmente sugli investimenti nel nostro Paese.
In tale ambito, appare centrale la prospettata importante revisione del rito processuale (innanzi al Giudice di Pace, al Giudice monocratico, in tutte le sue forme e nel processo di appello), con il passaggio ad un unico rito introdotto mediante ricorso e con la successiva riduzione della scansione processuale, anche attraverso l’eliminazione dell’udienza di precisazione delle conclusioni e con la sostanziale fissazione (per il ricorrente) del “thema decidendum ” nei dieci giorni antecedenti alla fissazione d’udienza di prima comparizione.
Inoltre nel DDL vengono introdotte importanti novità in tema di mediazione e negoziazione assistita e digitalizzazione del processo (con impatti anche sul rito in Cassazione).
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Nell’ambito della disciplina del D.Lgs. 231/01, si segnala che il “decreto fiscale” (D.L. n. 124/19), in attesa di conversione, aveva già previsto, unitamente alla Legge di Delegazione Europea n. 117/19, fattispecie relative alla materia tributaria che sono state ulteriormente ampliate con le novità prospettate in sede di conversione.
Infatti, proprio in sede di conversione, si prefigura l’introduzione nel D.Lgs. 231/01 dell’art. 25 quinquiesdecies in materia di reati tributari ed, in particolare, per i delitti di: dichiarazioni fraudolente, per il delitto di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, per il delitto di occultamento o distruzione di documenti contabili, per il delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Quanto appena riportato con riferimento, oltre che alla sanzione pecuniaria, all’applicazione di sanzioni interdittive, previste dallo stesso D.Lgs. 231.
Con la conversione del decreto legge, così novellato, i reati tributari entreranno quindi a pieno titolo nel già vasto catalogo dei reati presupposto di cui allo stesso D.Lgs. 231/01. Si ampliano così, molto significativamente, gli ambiti di responsabilità e di controlli che riguardano le imprese che saranno chiamate ad attrezzarsi presto per ottemperare, con sempre maggiore attenzione, al tema della tax compliance.