Sulla base del Rapporto Statistico curato dall’Osservatorio di Federprivacy, relativo ai provvedimenti sanzionatori emessi nell’anno 2019 (https://www.federprivacy.org/index.php/attivita/studi-statistiche, pubblicato in data 07.01.2020) dalle Autorità di Controllo per la Protezione dei Dati, è interessante segnalare le rilevantissime sanzioni economiche inflitte negli USA dalla Federal Trade Commission nei confronti dei due noti social network, TikTok per $ 5.7 billion e Facebook per $5 billion.
Emerge inoltre che nello Spazio Economico Europeo (SEE) l’autorità più attiva al livello di numero di sanzioni comminate risulta quella Italiana (30) , seguita dalla Spagnola (28) e da quella Romena (20).
Desta perplessità che nel fanalino di coda si trovino Paesi (da ritenersi, per ora, “paradisi”, a questo punto non solo al livello di assetto fiscale), quali il Lussemburgo, il Liechtenstein e l’Irlanda che non hanno ancora comminato alcuna sanzione dall’entrata in vigore del GDPR (679/2016).
L’Autorità più severa per valore di multe è risultata essere, senza dubbio, quella del Regno Unito, seguita dalla Francia e dall’Austria.
In ordine alla tipologia di infrazione (dato questo estremamente interessante) emerge che il 44% delle sanzioni hanno riguardato il trattamento illecito dei dati, il 22% sono scaturite dall’omessa o inidonea informativa o dal mancato rispetto dei diritti degli interessati, il 18% dal riscontro di insufficienti misure di sicurezza, il 9% per incidenti informatici e “data breach”.
Tra i settori maggiormente colpiti in termini di numero di sanzioni vi è quello della Pubblica Amministrazione, seguito dalle Telecomunicazioni e dalla Sanità mentre per importo delle sanzioni ricevute il primato lo assume il settore dei Trasporti, seguito dall’Alberghiero e da quello delle Telecomunicazioni.